Crisi economica può significare tagli, e i tagli possono riguardare la sanità. E tagliare la spesa sanitaria significa aumentare i tassi di mortalità a causa, nell`ordine, di suicidi, tumori e malattie cardiovascolari. A sostenerlo è uno studio pubblicato sul British Medical Journal da un gruppo di studiosi dell`University of Oxford guidati da David Stuckler, nel quale vengono messi in evidenza gli effetti sui tassi di mortalità per alcol, tumori, suicidi, malattie cardiovascolari e tubercolosi provocati dai tagli alla spesa sociale e alla spesa sanitaria. Una ricerca che può suonare come un avvertimento per tutti quei Paesi che, a causa della crisi economica attuale, stanno ripensando la pianificazione economica e finanziaria nazionale.
La ricerca, condotta su 15 Paesi europei tra cui l`Italia, ha messo in evidenza gli effetti causati dai tagli alla spesa sociale - asili nido, assistenza alla maternità, pensioni, sostegno ai disabili e sussidi di disoccupazione - e alla spesa sanitaria - ricoveri, farmaci, interventi chirurgici - dal 1980 al 2005: e in particolare è emerso che 80 euro in meno a persona nei servizi sanitari significano un aumento, nello specifico, del 3,15 % della mortalità legata ai suicidi, dello 0,82 % dei decessi per tumori maligni e dello 0,28 % dei morti a causa di malattie cardiovascolari.
Senza tener conto dei tagli alla spesa sanitaria, poi, lo studio indica anche che la sola stretta sui bilanci del welfare influenza in maniera diretta la mortalità per tutte le patologie con incrementi dello 0,99 % ma in modo maggiore per quelle più "sensibili" alla spesa sociale, come l`abuso di alcol (2,8 %) e le malattie cardiache (1,2 %), fino all`incremento del 4,34 % per la tubercolosi.